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 NEWS -  01/07/2013
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  Rassegna Stampa  -  Cheek to cheek
 
data di pubblicazione:  
25/04/2006
nome testata articolo:  
Forum Rai.it (web)
titolo articolo:  
Si ride perché è intelligente, si ride perché si lascia vivere.
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Siamo degli ebeti! Degli imbecilli! Siamo dei fanfaroni insicuri e repressi, ingabbiati nel nostro flusso di coscienza che ci spinge ad auto-motivarci parlando alla nostra immagine riflessa in uno specchio; simuliamo ciò che non siamo, attraverso gesti, vestiti, smorfie, per convincerci di possedere in noi la virilità del migliore degli amanti, la potenza della più altisonante tra le personalità, l’allure del più spettacolare tra i divi. Siamo anche, però, degli inguaribili, buffi, teneri romantici che aspettano di poter raccontare ai nostri nipoti, come i nostri nonni prima di noi, la più coinvolgente, partecipata, totale, ma forse semplicemente la più bella storia d’amore che ci potesse catturare.
Tutto questo, Marco Cavallaro, giovane e apprezzato autore/attore siciliano, ce lo afferma convinto in Cheek to Cheek, con la complice regia di Renato Sannio. A volte ce lo sussurra nell’orecchio, con fare intimo e dolce, a volte la sua sana vis comica glielo fa gridare con tutto il fiato in corpo! Ha dimestichezza nel trattare in modo semplice e puro i sentimenti che ci rendono vivi e imbastisce così il suo monologo straripante sulle attese, le ambizioni, le possibili delusioni, che ognuno di noi si pone quotidianamente prima di rendere reale una conoscenza virtuale e si chiede come superarle; ci insinua, attraverso la sua mediazione che ci investe e ci riflette come un’ombra a mezzogiorno, dilemmi tragicomici sull’ adattarsi ai nuovi rapporti tra i sessi, così sfuggenti e criptici. Sotto la parvenza di uno spettacolo da cabaret ruffiano quanto basta per coinvolgere ma non stravolgere lo spettatore, si assiste all’emergere del gioviale talento di Marco Cavallaro, che profuma l’aria del Teatro Flaiano con il suo charme fresco e verace e la sua faccia da cartoon bonaccione. Si ride perché è intelligente, si ride perché si lascia vivere.

Claudio Salvati